In un romanzo - forse non tra i suoi scritti più conosciuti - di Dino Buzzati, dal quale questo lavoro prende titolo, si immagina che una sterminata apparecchiatura informatica, opera inquietante e sinistra di una scienziato, abbia il solo scopo di ridare l'esistenza alla moglie perduta, arrivando a ricrearne l'anima stessa partendo dalle tracce rimaste nel ricordo.
Con analogie certo labili ma non per questo inutili al fine di creare un adeguato ambiente evocativo ed emozionale, è qui il primo inciso del Lied
Ihr Bild tratto dal ciclo schubertiano
Schwanengesang a rappresentare la matrice a partire dalla quale viene generato l'intero lavoro. Non puro e semplice “materiale”, quindi, ma elemento vivo, unico, desideroso di rivelare ed affermare la propria personalità anche nelle trasformazioni e nelle ricostruzioni più complesse. E certamente, ad eccezione parziale di pochissime battute attorno ai due terzi del lavoro, non vi è tuttavia alcun interesse alla citazione in sé e quindi alla riconoscibilità
letterale del frammento generatore: soprattutto nelle sezioni iniziali esso risulta polverizzato in gesti estremamente frammentari, esili, dando vita ad un percorso di disvelamento progressivo delle proprie caratteristiche; percorso non rettilineo, talvolta aggredito da figure ostili che rimandano quasi al punto di partenza il cammino di sostanziazione faticosamente intrapreso.
Preceduto da un breve episodio energicamente assertivo, il brano si spegne su un'ampia, pacata presentazione del frammento di base, che compare ora sovrapposto a se stesso più volte, secondo diversi coefficienti di dilatazione, in un gioco di vaste risonanze e di rifrazioni cromatiche solo saltuariamente tagliate da acuti incisi del pianoforte.
Il grande ritratto, che trova la sua cifra timbrica grazie alla presenza del flauto basso accanto al violino e al pianoforte, è stato scritto per l'
AlbatrosEnsemble, ad ai suoi tre componenti è dedicato con sincera amicizia.
The piece takes its title
from a novel by Buzzati, one of his least known, in which
a scientist has created a strange computerized device
whose purpose is to bring his dead wife back to life, and
manages to recreate her very soul from the traces of
memory.
With fleeting analogies, aimed at creating an
evocative and emotional atmosphere, the basic matrix for
the whole work is supplied by an extract from
Ihr Bild
taken from Schubert's cycle
Schwanengesang. Not pure
and simple "material", but a living element, unique in its
transformations and most complex of reconstructions.
With the exception of a very few bars, there is no interest
given to the quotation as such which would allow the
fragment to be recognized literally. Especially in the initial
sections it is pulverized into fragmentary and feeble
gestures, giving rise to a course of progressive unveiling;
a course that is by no means straightforward, as it is
attacked by hostile figures that hark back to the starting
point of the piece.
After a brief and energetically
assertive episode, the piece closes with a placid
presentation of the basic fragment, now superimposed
upon itself several times, in a play of chromatic
resonances and refractions interrupted occasionally by
the high pitched comments of the piano. The
fundamental timbre is provided by the bass flute.