“L'approccio di sfumature e contrasti alla interpretazione della parola poetica di Dino Campana è cifra distintiva della collaborazione già avviata con Giorgio Colombo Taccani quando gli proposi di lavorare insieme a un Campana sottovoce, per voce recitante, chitarra, violino, viola, violoncello e contrabbasso.
Al Campana sottovoce si aggiunge Acqua di mare amaro, drammaturgia che ho liberamente elaborato sui suoni di mare dei versi di Campana. E solo sui suoni di mare. Un percorso di sonorità che prende abbrivio dai vibranti lacerti della sua poesia. “E udii canto udii voce dei poeti”. Voce e canto di salsedine e vele , vico marino e porto, notte tirrena e sogni dei mattini. Voglia atroce, eterne rotte, turbine di suono. Labirinti sonori, in una spirale di contrappunti e abbracci che solo in sottovoce, libero e lontano da una interpretazione penitente e psicolabile estranea alla poetica di Campana, sa cogliere la visione sonora che infiamma la sua poesia. Sottovoce, non a bassa voce. E' voce sotto traccia, voce umile che non si prostituisce e non si sostituisce alla voce del poeta. Una drammaturgia sonora.
Ho richiedo a Giorgio, che mi sopporta da anni, di elaborare, per la mia drammaturgia, una musica per un solo strumento, la chitarra. Perché? Lo confido solo oggi a lui, scrivendo per chi legge queste righe. “È l’ora che pei vichi fondi odoranti / Di stoccafisso passan le mandòle”. Da questi versi immaginando un transfert dall'indicativo passan all'esortativo passin, la mia richiesta di una chitarra. Una musica che ribalti odor di stoccafisso, arte diffusa nei nostri giorni, esaltando la profumata sonorità visiva e fremente della parola poetica di Dino Campana. Un dialogo marino tra corde, vocali ed evocative”.

Pier Luigi Berdondini