ARCADIA
per flauto, viola e arpa / for flute, viola and harp (1997 / rev. 2015)
dedicato a: Eufonè Trio - Italy
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
pages 7, 8
audio integrale
Capita a volte che alcuni lavori abbiano un destino curioso: Arcadia venne scritto quasi vent'anni fa per un trio che ebbe la malaugurata idea di sciogliersi nel momento in cui venivano completate le ultime battute del pezzo. Non fu nemmeno visto dai destinatari. E' stato un grande piacere per me sottrarre queste pagine ad un oblio che ritenevo ormai definitivo.
Pur essendo un lavoro abbastanza lontano nel tempo e certo non totalmente sovrapponibile alle mie scelte attuali, ho voluto limitare gli interventi di “restauro” al minimo indispensabile, correggendo le debolezze più evidenti, apportando un paio di tagli ad alcune sezioni dispersive e - soprattutto - dedicando il pezzo al Trio Eufonè, artefice di questo recupero. Arcadia, ad eccezione di una brevissima parte introduttiva di carattere evocativo, risulta diviso nettamente in due parti: nella prima si assiste alla progressiva conquista del registro grave del trio, con figurazioni sempre più nervose ma incapaci di costruire oggetti musicali dettagliati e precisi: una sorta di moto pulviscolare sempre più frenetico che porta a due semplicissime cadenze di flauto e viola.
Da qui in avanti le immagini si fanno invece improvvisamente chiare e per lo più regolari, in un clima che, sia pure con qualche riaccensione locale, si spegne nelle ripetizioni discendenti finali, sempre leggermente variate.
After a first short episode - an evocation in which all the harmonic elements are presented - the long second part of Arcadia, which is suddenly very fast, starts from high regions of the instruments: while all of the musical figures become faster and faster, the limit of harmony gradually decreases. The unrest of this part leads us to two short flute and viola cadenzas - something like a useful breath, a reflection after a long run; but the rest doesn't last very long because a regular harp figure forces the flute and viola to begin another tense episode that culminates in sharp high notes on the flute.
The return of regular figures leads this part to an end; all becomes calmer: a rarefied descent - slow scales with different velocities, then wide harp chords in a reprise of the beginning of the work, finally something like an unsettled carillon: Arcadia finds its conclusion with words of distant, pensive serenity.