BLANK AFTER BLANK
per saxofono baritono / for baritone saxophone (2016)
dedicato a / dedicated to: Marco Colonna
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
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On CD SM 3230 - Marco Colonna

blank after blank
Blank After Blank, scritto su richiesta di Marco Colonna per il suo progetto Bushido e nuova tappa del lungo cammino svolto insieme, nasce come immediata espansione di Blank, pezzo terminato poco prima e dedicato ad un organico quanto meno insolito: su richiesta della sorprendente solista tedesca Nikola Lutz, tale lavoro prevedeva, con l'abbinamento a materiali elettronici, la presenza del tárogató, strumento ad ancia semplice di origine ungherese molto sfruttato nel repertorio popolare.
La parte solistica mi è subito sembrata molto adatta anche ad un suo utilizzo con il sax baritono, mostrando, nella sua trasposizione in registri gravi e assai lontani da quelli originari, nuove potenzialità e caratteri di notevole interesse.
Ovviamente si sono resi necessari alcuni adattamenti locali e qualche piccola modifica, ma in sostanza la parte è rimasta intatta.
La dialettica fra materiali elettronici e parti dal vivo è inevitabilmente venuta a mancare, e ad essere assenti, nella drammaturgia del pezzo, sono alcuni episodi precedentemente affidati alla sola elettronica.
Se da una parte quindi il panorama timbrico si è ristretto considerevolmente, la compressione degli episodi e il timbro aggressivamente oscuro del sax baritono hanno accentuato la violenza e l'agitazione costante del percorso.
Non più quindi un solista (l'originario tárogató) a cercare continuamente di proporre, di sedurre, di gridare la propria individualità di fronte ad un'aggressiva e rabbiosa presenza elettronica (peraltro costruita a partire dai suoi stessi suoni), ma, ora, un solista che della propria rabbiosa individualità fa proposta e direzione.

Marco Colonna’s request (the latest in a long and gratifying series) for a new piece for baritone saxophone to be included in his latest project Bushido came when I was writing the solo part for decidedly unusual work, namely Blank for tárogató and electronics. I’m usually suspicious of directly transferring material from one instrument to another when they are very different from one another and it isn’t a question of mediated re-orchestration or re-elaboration (something that I sometimes happen to do with great interest, creating new versions of already existing works, often involving quite extensive modifications to the original piece).
On this occasion, despite my misgivings, I realized that the line I had previously written for the unusual folk instrument, if moved down to a lower register, offered new potential. So I gave into this new way of viewing what I had already written, leaving it to the title Blank After Blank to highlight this immediate derivation.
Some limited local interventions were of course necessary to satisfy the technical characteristics of the sax and exploit the materials in this new context. The loss of the electronic component (which in Blank was made almost entirely of samples of the acoustic instrument) is compensated here above all by the compression of the structure, starting from the inevitable removal of episodes originally given to the solo electronics, and then continuing with some small cuts.
However, it was enhanced by the greater bite of the baritone saxophone and its acoustic impact, which with its greater specific weight helps to define more than sufficiently the narrative and emotional course of the piece






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