Campana sottovoce. Un inedito. Nella voce di un poeta dei nostri giorni se ne propone una dizione ricca di sfumature e accenti tra pianissimi e fortissimi nella disciplina del sottovoce. Sottovoce, ma non a bassa voce, un arcobaleno di sensualità intreccia versi dai Canti Orfici e da abbozzi, quaderni, taccuini del poeta di Marradi. Scelti per la duttilità espressiva della voce, da me tenuta distante dalla retorica esasperazione di Campana. Un concerto di parole e cinque strumenti. Con Giorgio Colombo Taccani ci siamo subito capiti, e non è la prima volta.
Pier Luigi Berdondini
La presenza di una o più voci recitanti da sempre mi affascina ed ho accettato con entusiasmo questa nuova proposta giuntami dall'inesauribile Berdondini, proposta che aveva l'ulteriore merito di essere costruita sui versi di un poeta a me da sempre carissimo quale è Dino Campana.
La sfida, come di consueto, è costituita nell'affidare agli strumenti delle componenti che potessero seguire puntualmente il testo evitando di esserne una sorta di scenografia genericamente inerte; al tempo stesso tali parti dovevano poter essere gestite con grande scioltezza ed agilità, viste le dimensioni del lavoro collocantisi attorno ai quaranta minuti e non essendo fra l'altro previsto alcun direttore.
Sono stati quindi impiegati materiali più o meno aperti ed aleatori che gli esecutori, con geometrie e alleanze di volta in volta cangianti, eseguiranno legandosi ai singoli passaggi del testo presentato dal recitante, lasciato invece libero di procedere secondo i propri tempi e le proprie necessità espressive. Solo pochi passaggi di snodo in cui la voce tacerà, come ad esempio l'introduzione, risultano scritti in modo convenzionale e prefissato.
L'organico utilizzato presenta la chitarra unita ad un anomalo quartetto d'archi costituito da violino, viola, violoncello e contrabbasso. Questi strumenti forniscono una notevole varietà di sfumature e di colori, garantendo al tempo stesso un'omogeneità timbrica complessiva a mio avviso indispensabile per la compattezza e la coerenza del percorso generale.
A tale omogeneità contribuisce infine il fatto di aver posto alla base di ogni materiale armonico e melodico un numero assai ristretto di elementi di base, dei quali ogni singola zona rappresenta per lo più uno sviluppo locale.
Giorgio Colombo Taccani