Tempo fa a me e a Davide Cabassi venne chiesto di produrre un video contenente un minuscolo pezzo per pianoforte legato ad una terzina dantesca.
Minuscolo davvero perché, con rigore numerologico, la durata imposta era di trentatré secondi.
A questo lavoro diedi il titolo di Rosa. Impossibile o almeno improbabile dargli vita autonoma oltre l’occasione per la quale era stato scritto.
Non volendo abbandonare questo pezzetto all’oblio esso è divenuto l’elemento generatore di Casi singolari, sei miniature che, assecondando il mio nostalgico affetto per gli studi classici, ripercorrono il primissimo incontro con la latinità.
Rosa, rosae, rosae e così via.
Casi singolari, quindi: piccoli episodi che raccontano storie altrettanto piccole e dal carattere sempre netto, meditativo o esuberante che sia.
Piccoli episodi che, come nella miniatura primigenia, sono suggeriti da brevi frammenti poetici nei quali la rosa si vede declinata secondo molteplici singolarità: a Bertolucci seguono Luzi, Aleramo, Dante appunto, Pascoli fino a Zanzotto.
Inevitabile che anche questo lavoro venisse dedicato a Davide con affetto e riconoscenza.