CHANT D'HIVER
per violino e elettronica / for violin, tape and live electronics (1995)
dedicato a Cinzia Barbagelata - Italia
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
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pages 1, 2
audio - complete
On CD (Musica 97; vl.: Etienne Kreisel)

Un breve frammento melodico viene inseguito e ricercato a lungo dal violino, in una trama fitta di digressioni apparentemente improvvisative, di soste ansiose, di mutamenti bruschi e ricchi di energia. La parte su nastro, realizzata lavorando unicamente su campionamenti di violino, segue approfondendo e moltiplicando nello spazio acustico quanto il solista trova nel suo percorso ondeggiante, in un rapporto di costante integrazione timbrica e gestuale.
Dapprima il violino è solo; il suo incedere deciso, centrato attorno ad un sol che svolge la funzione di "attrattore gravitazionale", genera a poco a poco le risonanze dei materiali elettronici che, nel corso del primo episodio, divengono sempre più articolate e autonome.
Una volta raggiunto ed affermato quasi con violenza dal violino rimasto nuovamente solo, questo frammento faticosamente conquistato si sgretola di nuovo in un episodio rarefatto e lontano: la presenza ricorrente della terza minore si bemolle - re bemolle è l'elemento a partire dal quale si generano brevi incisi in cerca di relazione, sottoposti a processi di moltiplicazione nel tempo e di allargamento nello spazio acustico.
Dopo una nuova, breve impennata espressiva legata ad un accordo pizzicato ripetuto quattro volte, la trama narrativa di Chant d'hiver ci conduce in territori morbidamente lirici, in cui il violino si muove quieto nel registro grave; i richiami e gli echi dei materiali elettronici, generati a partire dalle risonanze della parte di violino, si snodano "entrando" nel timbro dello strumento per esaltarne le caratteristiche più riposte: è un canto pacato, profondo. L'ultima sezione è d'improvviso mobile e ritmica: irrompono sulla scena elementi matericamente complessi, ottenuti a partire da colpi d'arco col legno, pizzicati "alla Bartók" ed altri atteggiamenti esecutivi caratterizzati da una forte componente inarmonica, mentre la parte del violino ritorna mobile e instabile; senza tuttavia alcuna drammaticità, con l'ultima apparizione del frammento generatore nell'ultima frase affidata al violino nuovamente solo, come in un racconto a lieto fine il percorso si conclude in un clima festosamente affermativo, serenamente divertito.

The violin chases a short melodic fragment among a thick plot of sudden digressions, anxious stops, wild and strong changes.
The tape, made with elaborations of violin samples, investigates and multiplies through the acoustic space all the events that the instrument finds on its irregular way, with a constant relationship as to timbre and intentions.
When the melodic fragment is found and shown with violence, it gets immediately lost in a long episode, distant and rarefied at first, then quietly melodic, where the violin shows the warm qualities of its low strings.
The electronic elaborations "delve into the timbre" of the violin to exploit the most hidden aspects.
The last section of the work is unstable and rhythmical: like a happy ending, the path concludes in an atmosphere that is joyful and sharp, serene and amused.

Le violon poursuit longuement un bref fragment mélodique dans une trame serrée de digressions apparemment improvvisées, de pauses inquiètes, de changements brusques et puissants.
La partie sur bande magnétique, réalisée uniquement à partir d'échantillonnages du violon, approfondit et multiplie dans l'espace acoustique les rencontres que fait le soliste tout a long de son parcours ondoyant, dans un rapport de constante imbrication timbrique et gestuelle.
Atteint et affirmé presque avec violence, ce fragment, laborieusmement conquis, s'effrite à nouveau dans un long épisode, d'abord rare et lontain, puis doucement lyrique, où le violon se meut sereinement dans le registre grave. Les rappels et les échos des matériaux électroniques s'égrènent "en entrant" dans le timbre de l'instrument pour en exalter les traits les plus secrets.
La dernière partie est mobile et rythmique: comme dans une historie qui finit bien, le parcours se conclut dans un climat à la fois joyeux et incisif, serein et amusé.

O violino persegue incessantemente um breve fragmento melódico através de uma teia densa de desvios aparentemente improvisados, de pausas desconfortáveis e de mudanças rápidas e vigorosas. A parte sobre suporte segue, acompanhada de samples de violino trabalhadas separadamente, intensificando e desmultiplicando no espaço acústico tudo o que o solista produz durante a sua viagem, numa relação constante de integração de timbres e gestos.
Uma vez encontrado e apresentado, quase violentamente, o fragmento melódico conquistado, dissolve-se então numa longa secção, distante inicialmente, depois ligeiramente lírica, com o violino circulando calmamente no registo grave; as referências e os ecos dos materiais electrónicos são revelados, introduzindo o timbre do instrumento de modo a reforçar as suas características menos expostas.
A última secção da obra é inesperadamente flexivel e ritmada que, como uma história com um final feliz, deixa no ar um espírito optimista e sereno.
Obra produzida no estúdio AGON acustica informatica musica de Milão e dedicada a Cinzia Barbagelata.







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