Figlia della notte, Eris è la dea della contesa, della discordia: è figura dal duplice carattere, apportatrice di divisioni tragiche ma anche, grazie al pungolo sempre vigile dell'emulazione, di operosità e di progresso.
Attraverso i colori ombrosi dei tre legni gravi e fra le pieghe dei materiali elettronici che si dipartono dal tessuto strumentale, la forza evocativa del mito rappresenta l'instabile, vera guida all'ascolto.
Altri percorsi seguono invece le scelte compositive, locali e generali, volti a dividere in due parti l'intero lavoro, la seconda delle quali è ripresa e distorsione della prima; due arcate che presentano in apertura il picco massimo di concitazione per spegnersi progressivamente in ampi intermezzi elettronici e, infine, in un epilogo illusoriamente pacificato.