Ho accettato con curiosità l'invito di Andrea Monarda ad aggiungere alla preesistente
Erma per chitarra sola un quartetto d'archi.
Nulla viene modificato nella parte solistica: anche qui essa presenta situazioni estremamente rarefatte e risonanti in un clima di assorta meditatività solo occasionalmente tagliata da eventi moderatamente aggressivi.
Il quartetto si sovrappone a questo percorso valorizzandone e espandendone le caratteristiche timbriche, divenendo una sorta di ulteriore cassa di risonanza pronta a reagire ad ogni intervento della chitarra, proiettandone il riverbero e la memoria verso orizzonti inaspettati.