I FILI DI ERSILIA
per ensemble di fiati / for wind ensemble
(2015)
dedicato a / dedicated to: Ensemble di fiati dei Pomeriggi Musicali - Italy
commissionato da / commissioned by: I Pomeriggi Musicali
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
pages 18 - 19
Fili tesi fra le case, ad Ersilia, a segnalare relazioni e ad invadere progressivamente le strade, fino a renderle impraticabili e a costringere gli abitanti a smontare l'intera città per riedificarla altrove.
Sparsi nel territorio rimangono i simulacri intricati - i soli fili con i loro sostegni - delle precedenti Ersilie.
Immagini che si trasferiscono nella pagina musicale in maniera diretta, sia pure organizzate e sviluppate secondo principi e geometrie strettamente musicali: linee in addensamento progressivo, spesso secondo semplici procedimenti canonici come quelli che aprono il brano e che, ripresentati attorno a metà percorso, ne segnano la scansione formale principale; gruppi accordali complessi, ora statici ora pulviscolarmente turbolenti, condotti d'improvviso a silenzi attoniti; riproposte di gesti elementari e di facile riconoscibilità, che incessantemente tentano di ricostruire il discorso e che rappresentano la vera guida nell'ascolto del brano; infine, una breve coda che, legandosi alle proporzioni e ai materiali che regolano l'intero lavoro, disegna lo scheletro di quanto esposto in precedenza in un panorama ormai rarefatto, spoglio.
Strings hung between the houses, in Ersilia, to highlight their relations and progressively invading the streets until they become impracticable, forcing the inhabitants to take down the whole city and rebuild it elsewhere.
Strewn across the territory remain the intricate spectres - just the strings and their supports - of the previous Ersilias.
Images that are transferred directly to the score, though organized and developed along principles and geometries that are strictly musical: lines becoming progressively thicker, often following simple canonic procedures like those that open the work and that, by returning around halfway through the piece, mark its main formal structure; complex groups of chords, at times static at others dustily turbulent, leading to sudden stunned silences; repetitions of elementary, easily recognizable gestures, that relentlessly try to rebuild the discourse and represent the true guide to listening to the piece; finally, a short coda that, through its link with the proportions and materials underlying the whole work, outline the skeleton of what came before in a landscape that is now rarefied, bare