FOLIA
per clarinetto contralto in mi bem. / for alto clarinet in E flat (2015)
dedicato a / dedicated to: Marco Colonna
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
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Elemento guida in ogni decisione compositiva presa in Folia è stato il timbro affascinante di questo strumento raramente utilizzato in contesti classici e dotato di un calore e di un'espressività assolutamente particolare.
Su invito di Marco Colonna, musicista capace di attaversare molteplici mondi musicali, ho unito la voglia di esplorare questo strumento con la richiesta di partecipare ad un progetto sviluppato attorno al celebre tema della Folia.
Tale tema, come mia consuetudine, viene utilizzato come regola per ogni aspetto del brano, dalle proporzioni generali ad ogni dettaglio armonico o fraseologico; non eccessive sono le preoccupazioni per una sua possibile riconoscibilità all'ascolto, anche se a tratti potrebbe essere intuito, soprattutto dove il suo svolgimento abbia una scansione temporale vicina all'originale, rimanendo invece in altri livelli, ad esempio, dilatato in un'unica presentazione per l'intera durata del brano oppure avvolto e sopraffatto da una proliferazione apparentemente incontrollabile di ornamentazioni.
E' comunque netto il desiderio di procedere attraverso situazioni sempre mobili ma aliene da eccessi di aggressività, di immediata identificazione gestuale, articolando la forma attraverso ritorni mantenuti sempre estremamente intelleggibili e chiari.
The guiding element in any decision I took in the composition of Folia was the fascinating timbre of this instrument, rarely used in classical contexts, and its absolutely singular warmth and expressivity.
On the invitation of Marco Colonna, a musician able to traverse a multitude of musical worlds, I coupled the wish to explore this instrument with the request to take part in a project based around the well-known Folia theme.
This theme, as is my habit, is used as the underlying rule for every aspect of the piece, from the general proportions to every harmonic or phraseological detail; it will doubtlessly be hard for the listener to recognize the theme, even though it might occasionally be discernible, especially where the temporal scansion is close to the original, whereas at other times it is, for example, spread out into a single presentation lasting the entire duration of the piece or is surrounded and smothered by an apparently incontrollable proliferation of ornamentations.
My intention is nevertheless to proceed through situations that are always mobile but without excesses of aggressivity, situations of immediate gestural identification, building the form through reprises that are always kept extremely intelligible and clear.