...DE GESTE
per ensemble / for ensemble
(1990/92)
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
pages 8, 9
... de geste, per sette strumenti, è stato scritto negli ultimi mesi del 1992 e risulta diviso in tre sezioni di durata approssimativamente uguale; esse sono collegate sia dalla comune origine della loro componente armonico-melodica, sia dalla ricerca costante di una estrema chiarezza formale, che porta quindi a preferire, al lavoro microstrutturale (che ovviamente non risulta comunque assente), un'impostazione compositiva basata su ritorni e sviluppi di brevi cellule riconoscibili come elementi identificati e forniti di una precisa fisionomia espressiva.
Si creano quindi veri e propri frammenti discorsivi che, come versi, si susseguono in una sorta di struttura strofica, ritmata da rime e collegamenti metrici evidenti; a questa organizzazione, nonché ad uno spiccato interesse per l'elemento melodico, fa riferimento l'allusione appena accennata alla chanson epica medievale, che comunque ha soprattutto il compito di suggerire un possibile "ambiente immaginario d'ascolto" del brano.
La prima sezione di ... de geste è introdotta da un frammento di sette suoni presentato dapprima dal pianoforte e subito ripreso dal clarinetto: in esso sono contenuti gli elementi intervallari di base dell'intero lavoro, che vengono qui esposti dando vita ad una sorta di calma e breve introduzione, che sarà ripresa simmetricamente dalla viola al termine della sezione; fra questi due estremi gli elementi che costituiscono la trama strofica sono innanzitutto un dialogo via via più nervoso fra flauto in sol e clarinetto, un breve inciso melodico da eseguirsi "come canto", affidato al fagotto e sostenuto dagli accordi del pianoforte ed infine la presentazione del frammento mi-fa-sol diesis effettuata dai tre legni, che, oltre a rappresentare con la sua staticità un momento di riposo nell'andamento irrequietamente cangiante di questa sezione, anticipa l'elemento principale della parte conclusiva del lavoro.
La seconda sezione si presenta a sua volta chiaramente divisa in tre parti, che risultano strutturalmente assai lineari, in quanto approfondiscono un unico elemento o atteggiamento fra quelli mostrati in precedenza: l'episodio cadenzante del pianoforte, la violenta risposta di legni ed archi e infine la zona timbricamente assai esile e diafana realizzata da brevi interventi dei sette strumenti si configurano come digressioni nelle quali l'interesse per il dato melodico è portato a reagire con esigenze armoniche e timbriche di volta in volta nuove e mutevoli.
La sezione finale è costruita su una estesa linea melodica affidata per lo più a clarinetto e viola; formata inizialmente dai tre suoni presentati staticamente dai legni nel corso della prima sezione, essa si ripete e si sviluppa inglobandone via via un numero sempre maggiore, in un clima di grande calma solo raramente increspata da frammenti improvvisamente più nervosi; a questo lungo canto si inframmezza l'episodio che porterà a conclusione il lavoro, ovvero la ripresa dell'inciso regolare di sette suoni ascoltato in apertura, che ora dà vita ad una morbida successione accordale realizzata da legni ed archi, sulla quale si muovono, sempre più lontani e statici, gli ultimi frammentari interventi del pianoforte.
Written in 1992, ... De Geste is divided into three parts, which have roughly the same lenght; they share both the source of harmonic and melodic components and the will of a great clearness of formal organization.
Fragments are ordered in a strophe-like structure, where, as in a poem, we may have rhymes and metrical relations. Together with the interest in melodic elements, this is the reason of the title allusion to medieval epic poems, even if it is natural that here we have no real musical relation to ancient music but only the suggestion of a possible "imaginary landscape" for listeners.
The three sections of the work have different characters: the first of them shows at the beginning the seven sounds on which all the work is conceived; they are immediately led to a restless series of elaborations; some of them are quiet and melodic, others are nervous or static; at the end of this section the viola represents the seven sounds once again.
The second section is divided into three parts: a "cadenza" for piano, that is the expressive climax of the work, the violent reaction of winds and strings and a rarefied episode where all the instruments can only play short fragments and the atmosphere is always uncertain.
The last section shows a melodic line that grows at each return of itself; this line is cut by the return of the seven sound of beginning, that now generates a soft sequence of chords; on these chords lean the last interventions of piano, more and more static and distant.