ICE AND STEEL
per clarinetto contrabbasso e orchestra d'archi / for contrabass clarinet and string orchestra
(2007)
dedicato a: Gareth Davis - UK
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
pages 21 - 24
Quando qualche anno fa ebbi modo di conoscere più da vicino, grazie a Sebastian Borsch, le possibilità del clarinetto contrabbasso, ne rimasi immediatamente folgorato, soprattutto considerando come il mio interesse per gli strumenti gravi non avrebbe in questo caso dovuto scontrarsi con invadenti limiti strumentali in quanto ad agilità e dinamica.
Dopo altre pagine dedicate a questo strumento, fu quindi con entusiasmo che accettai l'invito di Gareth Davis a scrivere un nuovo lavoro per clarinetto contrabbasso e orchestra d'archi, in particolare dopo aver riscontrato l'interesse di Sandro Pignataro e della Camerata dei Laghi per tale progetto.
Ne è nato quindi Ice and Steel, il cui titolo, senza altri rimandi, porta evocativamente alla caratterizzazione estremamente aspra e aggressiva che il brano conosce nella maggior parte del suo tragitto. Formalmente il lavoro si basa sulla contrapposizione di due situazioni di segno opposto, essendo la prima basata sull'incedere umoralmente cadenzale e violento del solista in contrapposizione al carattere risonante e tendenzialmente lirico della seconda, sia pure sempre lacerata più o meno sotterraneamente da spinte alla disgregazione.
Tale contrapposizione si protrae per tutto il corso del brano, vedendo gli archi sempre pronti a espandere e a valorizzare quanto proposto dal clarinetto contrabbasso.
Estremo approdo è rappresentato dal paradossale incantamento del solista su un suono acuto, tenuto a lungo grazie alla respirazione circolare, sotto al quale gli archi dispongono i loro ultimi interventi, ormai incapaci di forzare altrove il percorso.
When some years ago I had the chance,
thanks to Sebastian Borsch, to get to know the
possibilities of the contrabass clarinet, I was immediately
astounded, especially since in this case my particular
interest in bass instruments would not have to come to
terms with the otherwise uncomfortable limits of agility
and dynamics.
It was thus with great enthusiasm that I
accepted the invitation from Gareth Davis to write a new
work for contrabass clarinet and string orchestra, in
particular after learning of the interest shown by Sandro
Pignataro and the Camerata dei Laghi.
And so Ice and
Steel was born, its title, with no other references, simply
evoking the extremely bitter and aggressive character of
most of the piece. Formally the piece is based on the
contrast of two opposing situations, the first based on
the humorally cadential and violent march of the soloist
in stark contrast with the resonant and tendentially lyrical
nature of the second, though still pierced, in a more or
less underhand way, by nudges towards disintegration.
The piece concludes with the soloist being apparently,
almost paradoxically, spellbound on a high note, held for
a long time thanks to the use of circular breathing,
beneath which the strings play their last offerings»