IL RACCONTO DELL'ASSALTO
per flauto, saxofono contralto e pianoforte / for flute, alto saxophone and piano (2015)
dedicato a / dedicated to: Nyky Trio
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
pages 1, 2
audio - complete
Scritto su invito dell'ottimo Trio Nyky, Il racconto dell'assalto si ricollega all'ormai lontano In agguato per fagotto e violoncello del 2006.
Dando vita ad un tentativo di approfondimento e di disvelamento delle potenzialità inespresse contenute nei materiali utilizzati in un lavoro preesistente, ho voluto mantenere in questo caso le atmosfere emotive complessive nonché la maggior parte dei percorsi strutturali e figurali.
Questo nuovo brano quindi si propone come ampliamento e completamento del percorso avviato dal lavoro precedente, sottolineando però come ciò avvenga sul piano del contenuto e non della pura durata, essendo il nuovo pezzo significativamente più breve grazie alla compressione ed alla ridefinizione di numerose sezioni.
Questo legame forte fra i due pezzi comporta una netta differenza rispetto ad altre operazioni simili da me svolte in passato, che avevano condotto a due o più lavori con il medesimo DNA di partenza ma completamente indipendenti e diversissimi fra loro come carattere e trama narrativa.
La destinazione strumentale radicalmente diversa per registro e per caratteristiche ha imposto un ripensamento profondo di ogni componente di superficie, all'insegna di un incremento notevole del tasso di virtuosismo richiesto agli esecutori.
Anche l'instabilità ritmica è stata pesantemente accentuata e innervosita: ciò risulta evidente in particolare nell'ultima sezione del brano, che dopo una breve zona centrale di energia compressa e latente si ripropone come ripresa variata delle gestualità iniziali, trasformandone tuttavia la precedente regolarità delle pulsazioni in un continuo e incessante mutamento metrico.
Written on the invitation of the excellent Trio Nyky, Il racconto dell'assalto has links with the now distant In agguato for bassoon and cello of 2006.
While attempting to deepen and unleash the unexpressed potentials contained in the materials used in a previous work, I wanted to maintain in this case the overall emotional atmosphere as well as most of the structural and figural pathways.
This new piece is thus a broadening and completion of the path started in the previous work, underlining though that this happens in terms of content and not of pure duration, the new piece being significantly shorter thanks to the compression and redefinition of many sections.
This strong link between the two pieces highlights a clear difference to similar operations I have carried out in the past, which led to two or more works with the same basic DNA but completely independent and very different in character and narrative thread.
The radically different instrumentation in terms of register and characteristics forced me to profoundly rethink the surface component, towards a notable increase in the level of virtuosity required of the performers.
Also the rhythmic instability has been heavily accentuated and agitated. This is particularly evident in the last section of the piece, which after a brief central zone of compressed and latent energy proposes itself as a varied resumption of the initial ideas, though transforming the previous regularity of the pulsations into a continuum of incessant metric change.