Scritto appositamente per lo Het Quartet nell'estate 1992, Aus tiefer Not prende spunto dall'omonimo corale luterano sia per quanto riguarda gli elementi costruttivi di base, che peraltro risultano riconoscibili solo di rado, occultati e trasformati di continuo da molteplici processi elaborativi, sia soprattutto per definire il clima complessivo della composizione.
Caratterizzato dal timbro scuro del clarinetto basso al quale spesso è accostato il flauto in sol, nonché dalla frequente permanenza del pianoforte nella zona più grave del suo registro, il percorso formale prevede la successione di sette episodi: nel primo di essi alcune folate dei fiati verso l'acuto separano momenti nei quali gli strumenti sembrano in cerca di precise aggregazioni; i passaggi omoritmici di flauto e clarinetto del secondo episodio conducono ad un primo culmine, rappresentato, nel brevissimo episodio successivo, da una frase finalmente distesa del clarinetto basso, accompagnata dalla risonanza di suoni gravi del pianoforte; la quarta parte del brano è introdotta dalle risonanze di tam tam e piatti sospesi, cui si aggiungono gli altri strumenti, dapprima con grande tranquillità, portando a concludere quindi questa sezione in un clima sempre più nervoso; questa crescita di tensione porta, nell'episodio successivo, al momento più agitato del brano, caratterizzato in particolare dai glissati acuti del flauto e dalla tagliente presenza del vibrafono, mentre nel registro più grave il pianoforte espone con violenti staccati l'inciso iniziale del corale; il vasto episodio successivo, che si apre con un solo di clarinetto basso, spegne la tensione delle pagine precedenti in una sorta di grande "adagio", dove i fiati disegnano linee estremamente semplici, sorrette dalle risonanze del pianoforte e da radi interventi delle percussioni; un breve episodio di carattere quasi brillante e virtuosistico porta a conclusione Aus tiefer Not.