Secondo diario di viaggio si ricollega al precedente
Diario di viaggio per violino e fisarmonica per l'interesse verso il recupero di suggestioni e atteggiamenti musicalmente legati a ben precisi ambiti geografico - culturali: mentre nel lavoro precedente lo sguardo era rivolto verso ritmi e andamenti propri del repertorio etnico ungherese, in questo caso l'intero lavoro risulterà costruito a partire da un celeberrimo standard jazz, con una grande attenzione verso l'uso dello spazio grazie alle possibilità di eco e rifrazione dovute alla collocazione delle due fisarmoniche ben lontane ai lati del sassofonista.