Il terzo viaggio ci porta in territori senza sonno.
Le dita devono correre su tasti e bottoni per parlarci di queste notti inquiete.
Un susseguirsi di situazioni che ritornano a noi come in una spirale, e ogni volta ognuna di loro diviene sempre più aggressiva, complessa. Il cammino, dapprima esitante e ansioso, si fa sempre più affannoso, ora aggredito da ostili pulsazioni ritmiche, ora congelato in infinite stasi.
Tuttavia qualcosa prende via via forma, suono dopo suono; ci sembra finalmente di intravedere qualcosa di conosciuto...
Forse qualcuno annidato nel buio de la nuit ?

The third travel leads us into sleepless territories, where fingers must run on keys and buttons to tell us about these restless nights.
It is a report of situations that return to us in a spiral-like manner, and every time each of them is more and more aggressive and complex.
Our walk, at first hesitant and anxious, becomes more and more troubled, now attacked by hostile rhythmic beats, and then frozen into endless stasis.
Yet something takes shape, note after note; it seems that we can finally catch a glimpse of something known...
Maybe someone hidden in the dark de la nuit?