TRE VISIONI DEL TEMPO
per clarinetto e pianoforte / for clarinet and piano (2018)
dedicated to: Duo "New Visions" (Antonino Serratore and Lodi Luka)- Italy
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
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Tre visioni del tempo, scritto per il duo “New Visions” formato da Antonino Serratore e Lodi Luka, è basato su tre differenti concezioni temporali: la prima, che occupa quasi per intero le prime quattro pagine, è basata sulla ripetizione irregolare di una sequenza di gesti ben caratterizzati.
Ogni piccola sezione, prima più estesa, poi sempre più breve e compressa, è sempre avviata dal medesimo gesto, ovvero un sol ribattuto nel registro fìgrave del clarinetto. E' una sorta di tempo circolare o a spirale, che torna sempre in modo diverso su se stesso.
Il secondo elemento, che inizia ad alternarsi a questo dalla fine di pag. 4 è invece un gesto immobile, meccanico e un po' ottuso, che irregolarmente va a sostituire la mobilità della prima sezione. Tempo fermo, quindi.
Il tempo discorsivo e lineare è rappresentato solo dagli ultimi due sistemi, in cui i due strumenti, in maniera volutamente semplicissima, presentano la linea melodica su cui è costruito l'intero lavoro.
Tre visioni del tempo is based on three different conceptions of time: the first, which occupies approximately the first half of the work, is grounded on the irregular repetition of a constant a sequence of well defined ideas; each short section, first longer then progressively shorter and more compressed, is always started by the same idea, namely a repeated G in the low register of the clarinet, which acts as a true milestone along the path.
It is thus a sort of circular or spiral time that, although in constantly varied ways, always comes back upon itself.
The second element, which along the way starts to alternate with the cyclicity of the first, is instead an immobile, mechanical and rather obtuse idea involving both instruments in homorhythm, which irregularly substitutes the mobility of the previous section. Therefore, time standing still.
Discursive and linear time is represented only in the last two systems of the score: a few seconds in which the instruments, in a deliberately very simple fashion, present the melodic line on which the whole work is based.