WINKLER
per sei strumenti / for six instruments (2016)
dedicato a / dedicated to: "Sentieri selvaggi" - Italy
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
pages 29 - 31
audio - complete

winkler
Winkler si colloca come momento conclusivo di un trittico dedicato con grande entusiasmo all'ensemble Sentieri selvaggi nel suo pieno organico ed apertosi nel 2012 con Watcher, proseguendo nel 2014 con Crawler.
Caratteristica comune di questi lavori è il fatto di trovare lo spunto di partenza in un diverso brano del gruppo rock Genesis, spunto destinato - come mia consuetudine - a determinare ogni elemento della composizione, dall'assetto formale complessivo ad ogni dettaglio interno.
Sia chiaro, nessun accenno a citazioni o a reminiscenze stilistiche provenienti da quel mondo, in quanto tale genere di atteggiamenti compositivi ibridi mi risultano completamente estranei e per lo più sgraditi, quasi a sfregio degli originali utilizzati.
Oltre ad essere inevitabilmente presente, a livello personale, una sorta di tributo ad esperienze d'ascolto mai rinnegate e conviventi tuttora senza alcun imbarazzo con altri universi musicali, il legame che si cerca di creare è piuttosto di natura emozionale, mirando a recuperare di tale repertorio l'energia comunicativa e la forza espressiva sempre unita ad una notevole elaborazione compositiva. Inutile quindi cercare letteralmente Get 'em Out by Friday nelle mie pagine, visto che il ruolo del materiale tratto svolge piuttosto quello affine ad un DNA generatore onnipresente.
Se i primi due brani presentavano fra loro una tradizionale contrapposizione fra la turbinosità del primo e la calma (relativa...) del secondo, Winkler si propone, con una durata leggermente inferiore, come finale di nuovo agitato del trittico, anzi decisamente rabbioso al termine, grazie soprattutto agli interventi laceranti del clarinetto contrabbasso, utilizzato nelle ultime pagine accanto al flauto basso.
Presentando sporadiche allusioni a gestualità incontrate in Watcher, questo nuovo lavoro si differenzia infine dai precedenti soprattutto per il fatto di preferire di volta in volta la messa in evidenza quasi solistica dei vari strumenti dell'ensemble, tentando ognuno di loro di ritagliarsi il ruolo di primo attore in continuo susseguirsi di temporanee supremazie e di aggressioni violente, senza tregua.